Tutti gli enologi riconoscono l’importanza fondamentale della corretta scelta del lievito sulla qualità del vino. Soprattutto da quando sono sensibilmente migliorate le conoscenze tecniche inmerito al suo razionale utilizzo. In ogni cantina il ricorso a lieviti selezionati garantisce: un buon vigore fermentativo, adattamento a condizioni difficili, scarsa formazione di composti solforati, acido acetico, alcoli superiori e acetaldeidi. Decisiva anche la rapidità di sedimentazione e l’assenza di modifiche al quadro acido, in pratica la capacità di non interferire con la fermentazionemalolattica. L’enologo non ha che l’imbarazzo della scelta riguardo al ceppo da utilizzare, precisando che trovare un lievito con tutti caratteri ottimali citati non è certo facile. E una nuova esigenza sta emergendo nel settore enologico, funzionale alle tendenze di mercato in particolare per i vini di consumo rapido. L’obiettivo emergente è infatti la produzione di vini correlati ai caratteri varietali territoriali, pertanto con un preciso profilo organolettico e analitico. Aggiungo con valori sempre minori in fatto di acidità volatile, solforosa, composti solforati e acetaldeidi.